Prefazione

Franco Missori nel 1988

  

Avevo un rapporto incredibile con mia madre Maria: mai una lite, mai un battibecco. Abbiamo vissuto 43 anni insieme e il nostro è stato un rapporto di intesa profonda. Fino all'età di 16-17 anni non ho avuto bisogno d'altro che di mia madre. Lei era sempre presente e in quanto ad amore non mi ha fatto veramente mancare nulla. Ero felice solo di stare accanto a lei. Nell'agosto 1988, quando morì, mi crollò il mondo addosso. Non avevo mai pensato che mia madre potesse morire, la credevo invulnerabile. Senza accorgermene, caddi in una profonda depressione. Forse nessuno dei miei familiari se ne accorse, tranne mio fratello Angelo, sempre attento e sensibile ad ogni mio piccolo cambiamento di umore. Non mi disse mai nulla ma mi aiutò moltissimo ad uscirne. Nei due anni di depressione che seguirono (tanto mi segnò questo triste evento) sentii forte la necessità di scavare nella vita di mia madre.

Cominciai e rovistare tra le misere cose che gelosamente custodiva nelle sue borsette. Vecchie foto, bigiotterie varie, piccoli ricordi, ventagli. Feci costruire appositi contenitori di legno e vetro e vi misi tutto dentro, custodendoli gelosamente ancora oggi. Cercai di raccogliere informazioni, foto e documenti che mi facessero comprendere da dove venivo e chi dovevo ringraziare per essere venuto al mondo. Era nato in me un gran desiderio di conoscere il passato della mia famiglia. Da quel giorno sono trascorsi ben 16 anni, e sono riuscito a mettere insieme quel tanto che basta per raccontarvi circa 200 anni di storia della nostra famiglia. Con l'avvento dei computer e la mia perseveranza spero di essere riuscito ad esporla in modo decente. Qualcuno riderà, qualcun altro sarà incuriosito, ma se ci sarà un rincoglionito come me che troverà questa storia cosi interessante da proseguirla, ciò vorrà significare che un piccolo gene del sottoscritto sarà giunto a destinazione.

Roma, gennaio 2004